Omaggio a Ernesto de Martino a 50anni dalla morte
A Taranto, Palazzo Pantaleo, il 3 dicembre 2015
Un cercatore di uomini e di umane dimenticate istorie
Giovedì 3 dicembre 2015 alle ore 17,00, nel salone di rappresentanza di Palazzo Pantaleo, sede del Civico Museo Etnografico “Alfredo Majorano”, si terrà una Tavola rotonda dedicata a Ernesto de Martino a 50 anni dalla morte. Saranno presenti, l’Assessore alla Cultura dott. Mino Ianne e il Presidente del Comitato di direzione avvocato Giorgia Strippoli. Parteciperanno in qualità di relatori: l’avvocato Carlo Petrone, lo storico Roberto Nistri, l’antropologo Eugenio Imbriani ed il musicologo Giovanni Fornaro.
La manifestazione si inserisce nel corposo programma nazionale “Ernesto de Martino 50”, promosso da prestigiosi enti di ricerca e istituti culturali (Premio Napoli, Istituto dell’Enciclopedia italiana, varie università) che ha già visto svolgersi una serie di seminari svoltisi in numerose località italiane e che si concluderà a maggio con un convegno internazionale.
Ernesto de Martino (1908-1965) etnologo – come amava definirsi – e storico delle religioni, è considerato l’esponente più illustre dell’antropologia culturale italiana del Novecento.
A cinquant’anni dalla sua morte, il suo lascito intellettuale e scientifico si mostra ancora una volta suscettibile di riletture e attende di essere ulteriormente esplorato in tutta la sua ricchezza. Non si può dire che Ernesto de Martino sia stato dimenticato, tutt’altro; anzi, qualche volta rileva Eugenio Imbriani, “si è avvertita la necessità di sottrarlo a una chiacchiera troppo disinvolta, specialmente nel Salento, dove, più che altrove, è diventato un’icona familiare, emblematica della cultura locale, a motivo del suo studio sul tarantismo”. Non si tratta di una celebrazione pura e semplice, che di solito si rivela poco utile, serve, sostanzialmente, a seppellire ancora una volta il morto. Molto più apprezzabili sono secondo Eugenio Imbriani, “gli sforzi critici di rilettura degli scritti; ma, per quanto riguarda de Martino, il discorso si fa un po’ più complicato, perché è ancora possibile sviluppare delle ricerche originali scandagliando gli archivi dell’etnologo e dei suoi collaboratori”.
A dimostrazione di ciò, questo anniversario è stato nobilitato dalla pubblicazione di numerosi studi sull’autore e i suoi scritti, e soprattutto dall’uscita di una nuova edizione di Sud e magia e della prima edizione dell’opera in inglese, mentre si sta preparando la traduzione in francese di La fine del mondo.
Ernesto de Martino, come è noto, affronta nella sua ricerca sul campo nell’Italia meridionale principalmente tre temi specifici di indagine: la lamentazione funeraria in Morte e pianto rituale del 1958 (secondo Maurizio Agamennone il più significativo tra i libri scritti dallo studioso partenopeo), le concezioni e le pratiche magiche in Sud e magia del 1959, il fenomeno del tarantismo in La terra del rimorso del 1961. Secondo Alberto Mario Cirese, già direttore del Museo etnografico “Alfredo Majorano”, la chiave interpretativa che Ernesto de Martino impiega costantemente è quella già individuata nel Mondo magico (1948), sia i comportamenti magici sia la disperazione rituale della lamentazione funeraria o la cura coreutico – musicale del morso “mitico” della taranta sono procedure attraverso cui si riscatta e si salva la “personalità” dai rischi di disintegrazione cui la espongono le crisi della esistenza individuale e collettiva.
Su questa linea si svilupperanno i contributi dei relatori che parteciperanno alla Tavola rotonda.
(fonte: comunicato stampa)