Il surrealismo magico di Tomasz Alen Kopera

Un viaggio tra i luoghi e nonluoghi fisici
ed emozionali dell’arte contemporanea

di Dario Ferreri

Tomasz Alen Kopera, classe 1976, è un ingegnere edile che nasce a Kożuchów, in Polonia, ma il cui talento artistico viene alla luce già nella prima infanzia, allorquando si cimenta con pennelli e pittura ad olio, tecnica della quale diviene ben presto maestro grazie alla sua acuta attenzione al dettaglio, alla padronanza del colore ed alla paziente e maniacale stesura degli strati di colore.
Nel 2005 si trasferisce in Irlanda del Nord, dove attualmente vive e lavora. Dal 2010 è membro del “Libellule Contemporary Renaissance” collettiva di artisti molto skillati creata da Lukas Kandl (esponente del realismo magico francese).


La poetica delle opere Alen Kopera è ispirata tanto dalla natura umana quanto dai misteri dell’universo: le sue splendide creazioni sono permeate di simboli che spesso rimandano alla psiche umana ed al rapporto dell’uomo con il mondo circostante: si tratta sovente di dipinti oscuri e misteriosi.
Sospeso tra sogno e realtà, tra vero e immaginato, tra fiaba ed apocalisse, tra abisso dell’inconscio e visioni bucoliche, l’artista scandaglia l’animo umano nella sua multiforme poliedricità: elementi ricorrenti del suo universo di riferimento sono il fuoco, simbolo di catarsi e rinascita, esseri umani tramutati in roccia o in rigogliosi alberi, ali e piume che richiamano angeli caduti o in ascesa e sentimenti di libertà; Il suo universo espressivo è senza alcuna ombra di dubbio riferibile al surrealismo e, per tematiche indagate e rappresentate, alcuni parlano di un “surrealismo magico”.
Punta un faro nel suo coinvolgente mondo una recente intervista dell’artista nella quale ha dichiarato: “Nel mio lavoro cerco di raggiungere il subconscio. Voglio mantenere l’attenzione dello spettatore per un momento che sia più lungo. Il mio desiderio è che lo spettatore senta il bisogno di un minuto di silenziosa riflessione e di contemplazione. Solitamente le idee per nuovi dipinti sopraggiungono nei momenti meno attesi: talvolta l’idea di una nuova creazione appare per caso nella mia testa, alcune idee vengono da mia moglie, ci piace stare seduti e parlare insieme per ore, ed a volte queste conversazioni si trasformano in nuove sorprendenti creazioni. La parte più importante e anche più difficile della creazione è in realtà visualizzare l’idea, vedere il soggetto negli occhi della mia immaginazione. Molto spesso mentre lavoro su un dipinto, vedo un’idea per il mio prossimo lavoro. Sono affascinato dal fuoco. Per me è il simbolo della creazione, ma agisce anche come una forza purificatrice – epura i nostri peccati, è il nuovo che si crea dal vecchio, e, naturalmente, la distruzione è strettamente legata alla risurrezione- ed un simbolo di cambiamento. Quando dipingo, mi piace lavorare senza considerare il tempo: inizio al mattino presto, quando sono fresco e riposato, e dipingo tutto il giorno; avere una mente chiara durante il processo creativo è, per me, della massima importanza. Il focus della creazione è l’incipit: in questa fase preferisco la solitudine e nessuna distrazione. Non faccio schizzi, o lo faccio molto raramente e in forma approssimativa, semplicemente inizio a dipingere su tela. L’idea iniziale si sviluppa quindi in un’immagine più chiara, a volte anche in un’idea nuova e completamente diversa: la creazione iniziale è quindi anche la fase più instabile, poiché molto spesso elaboro nuove idee, cambio ed aggiungo elementi. La musica è una cosa intrinsecamente connessa con la mia creazione, gioca un ruolo cruciale e va di pari passo con il mio umore: ascolto di tutto, dalla musica classica (pianoforte o orchestra) alla musica più moderna, senza escludere il gotico e l’heavy metal. Molto spesso le persone mi chiedono di parlare della mia arte, ma dico sempre che se potessi descrivere i miei quadri non dipingerei, ma scriverei: non riesco ad interpretare i miei dipinti con le parole, non so come farlo, perciò dipingo e dipingo per questo motivo; il mio messaggio arriva allo spettatore non attraverso le parole ma attraverso il dipinto: è questo il motivo per cui la maggior parte delle mie opere non ha un titolo; lascio questo allo spettatore”.


Epigoni di riferimento dichiarati sono, ovviamente, Zdzisław Beksiński , ma anche Gustave Dorè.
Tomasz Alen Kopera ha sinora esposto in collettive o mostre personali in Polonia, Irlanda, Olanda, Francia, Germania, Austria, Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Australia e Stati Uniti.
La sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/Tomasz-Alen-Kopera-153589598121489/) conta attualmente circa 32.000 follower.
Per perdersi magicamente nei suoi dipinti surreali l’indirizzo (virtuale) è: https://alenkopera.com/gallery.html