Aria. Le visioni di Tomàs Saraceno per un nuovo “rinascimento”

Riapre la personale dell’artista argentino a Palazzo Strozzi
pensando ad una nuova ecologia del comportamento

Antonietta Fulvio

Un nuovo rinascimento che supera la visione antropocentrica e immagina uno spazio, l’universo, in cui Uomo e Natura, esseri viventi e non viventi entrino in una relazione di interconnessione sulla base di uno scambio continuo tra arte e scienza. E la condivisione tra le diversità cambiando le prospettive solitamente utilizzate per osservare il mondo. Perché il mondo non siamo solo noi. E nel mondo siamo ospiti al pari di tutte le altre specie viventi e non viventi. Inaugurata il 22 febbraio e a pochi giorni dall’apertura chiusa per la pandemia, dal 1 giugno riapre “Aria” la personale di pittura dell’artista argentino Tomàs Saraceno curata dal direttore della Fondazione Strozzi, Arturo Galansino che spiega «L’arte di Tomás Saraceno ci fa riflettere su problemi e sfide caratteristiche della nostra era – l’Antropocene – divenuti sempre più urgenti, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità, il superamento di barriere geografiche e sociali.»


Artista, architetto e performer argentino, Tomàs Saraceno che vive e lavora a Berlino è tra gli artisti più richiesti nelle manifestazioni d’arte contemporanea di tutto il mondo, con le sue installazioni ha partecipato alle Biennali di Venezia del 2001, 2003 e 2009 e alla Biennale di San Paolo del 2006. Nel 2009 ha preso parte all’International Space Studies Program della NASA e da sempre è interessato all’utilizzo della tecnologia per la ricerca di modalità sostenibili per l’uomo e per il pianeta. Un concetto che appare evidente al visitatore che entrando nel cortile di Palazzo Strozzi viene accolto da Thermodynamic Constellation un’installazione, promossa e realizzata grazie a Fondazione CR Firenze, con gigantesche sfere che fluttuano libere nell’aria lasciando immaginare una nuova mobilità, l’Aerocene, comunità artistica interdisciplinare avviata dallo stesso artista e metafora di un nuovo modo di vivere lo spazio, senza confini e senza particelle combustibili. Le sfere infatti sono alimentate dall’aria e si sollevano grazie all’energia del sole, praticamente ad emissioni zero, mostrando come sia possibile – e ormai inderogabile – adottare ciò che lo stesso Tomàs Saraceno definisce una nuova ecologia del comportamento.
I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti con i loro disastrosi effetti, la stessa pandemia, paradossalmente, ci ha mostrato come l’assenza dell’uomo abbia giovato all’ambiente. Abbiamo visto la Natura riprendersi i suoi spazi, le acque dei mari tornare ad essere cristalline per la capacità di rigenerarsi quando nessuno sversa liquami e rifiuti. Con il potere visionario che hanno gli artisti, Tomàs Saraceno ci consegna visioni utopiche che possono diventare realtà. Con le sue opere, architetture geometriche capaci di fondere scienza e arte, invitando a riflettere sulla figura del ragno e della tela, riannoda il filo con il mito: la serie delle trentatré Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia) diventano metafore dei legami tra il visibile e l’invisibile, il vivente e non vivente, il macro e il microcosmo. Negli spazi di Palazzo Strozzi, simbolo dell’Umanesimo, si snoda il percorso attraverso nove sale ognuna associata ad una carta che diviene una sorta di araldo che collega tra loro i contenuti di ogni spazio, creando inaspettate connessioni tra elementi apparentemente lontani. Un ulteriore ambiente è dedicato alla serie completa delle trentatré carte. Come i ragni emettono vibrazioni attraverso la loro tela per connettersi con la realtà che li circonda, le opere di Saraceno agiscono come strumenti per percepire fenomeni ultrasensoriali e suggerire futuri alternativi. Non ci si limita a guardare l’opera ma con Saraceno ci si trova letteralmente immersi. Nella prima sala, infatti, il visitatore si trova all’interno dell’installazione Connectome (Connettoma), dal nome dalla mappa delle connessioni neurali del cervello, un insieme di sculture poliedriche sospese, la cui forma richiama quelle delle bolle di sapone. Il percorso prosegue con gli ambienti dedicati a Sounding the Air (Suonando l’aria) e Webs of At‐tent(s)ion (Reti di at‐tenz(s)ione), in cui i visitatori sono chiamati a immergersi nei mondi sensoriali delle ragnatele e delle atmosfere che li caratterizzano; How to Entangle the Universe in a Spider/Web? (Come impigliare l’Universo in una ragnatela?), studio sulla relazione tra diverse dimensioni, con la ragnatela che diviene immagine dell’Universo; Passages of Time (Passaggi del tempo) e Aerographies (Aerografie), che evocano un suggestivo parallelismo tra polvere cosmica e inquinamento attraverso il movimento dell’aria nello spazio; A Thermodynamic Imaginary (Un immaginario termodinamico), coinvolgente esperienza che rievoca il Cosmo in modo immersivo; Flying Gardens (Giardini volanti), biosfere in vetro sospese contenenti delle piante che diventano provocazioni scultoree per mettere in discussione i concetti di confine e territorio.
Quando a causa delle misure per contenere il contagio si sono chiusi i luoghi d’arte, sul sito di Palazzo Strozzi è stato publicato un video dell’artista relativo all’installazione Particular Matter(s) Jam Session che si basa su un fascio di luce che illumina ciò che fluttua nell’aria. La visione è illuminante ed è un invito a riflettere in modo nuovo su concetti come condivisione, consapevolezza e solidarietà. Nel videomessaggio Saraceno spiega come le particelle spostandosi emettano dei suoni che indicano così la velocità dei nostri spostamenti. Ebbene il video, se rapportato a quanto è accaduto con la diffusione del contagio da Covid-19 ne chiarisce le dinamiche e suggerisce la necessità di muoverci più lentamente. Postato il 20 marzo, quando tutto il Paese era zona rossa, lo stesso artista esprimendo solidarietà alle popolazioni italiane e nel mondo, commentava: «Il nostro movimento influenza la velocità con cui le particelle si muovono nell’aria. Riduciamo i nostri spostamenti per rallentare lo spostamento delle particelle e aiutare tutti a stare più al sicuro. In solidarietà di Palazzo Strozzi, l’Italia e il Mondo, muoviamoci in modo diverso per un futuro migliore». Un futuro che non veda più l’uomo “egoisticamente” al centro del mondo ma parte di esso in un dialogo armonico con ogni singolo essere.
La mostra visitabile fino al 1° novembre 2020 sarà occasione per avvicinarsi alla ricerca artistica di Tomás, che per dirla con le parole del direttore e curatore Arturo Galansino, «vuole essere un monito al rispetto del pianeta e della sua atmosfera, ormai criticamente compromessa, e prefigurare il passaggio ad una nuova era geologica – l’Aerocene – incentrata proprio su questo preziosissimo elemento».
Da non perdere anche il ciclo di appuntamenti curato da Marco Bindi sul tema della crisi ambientale: Il clima, un difficile equilibrio da non perturbare (9 giugno); Clima e flussi migratori (23 giugno); Foreste: i polmoni da preservare e sviluppare (7 luglio) rispettivamente con Stefano Caserini, Antonello Pasini e Franco Miglietta autorevoli esperti nel campo della ricerca scientifica.

Il numero di giugno della rivista Arte e Luoghi