Soggettività e identità di genere

Le riflessioni dello psicologo psicoterapeuta

Giovanni Bruno

Forse è più facile vedere le somiglianze che le differenze .
Le dimensioni della contemporaneità ci offrono strumenti non convenzionali che ci soccorrono nella lettura di fatti altrimenti non illuminati dalla luce dell’ attenzione e del coinvolgimento.
Graphic novel e fiction, soprattutto televisiva, offrono inaspettatamente spunti e chiavi di comprensione della nostra Storia contemporanea che ci portano a scoperte non comuni.

Il romanzo a fumetti o romanzo grafico è la narrazione di storie con illustrazioni di grandi disegnatori. Un genere che ha il merito di aver innovato il linguaggio fumettistico, dove il racconto è sempre più spesso legato alla cronaca, alla storiografia, all’attualità. Analogamente al graphic novel la fiction non è più solo una forma di
intrattenimento ma una vera forma d’arte. Le grandi emittenti televisive americane come HBO, ABC, FOX e altre hanno prodotto serie televisive ormai distribuite in tutto il mondo. Si ricordi Babylon Berlin prodotta dai tedeschi che rievoca la Berlino dei ruggenti anni ’20, recentemente comprata dalla RAI. La qualità delle produzioni è altissima e spesso impegnano cast di prim’ordine. Queste due forme espressive hanno il merito di aver imposto una riscrittura di episodi, contesti e ambientazioni rileggendoli con uno sguardo nuovo del tutto originale. Non si può dunque rimanere indifferenti rispetto al recupero di storie che appartengono al secolo scorso e che hanno segnato la vita di tante persone.
L’operazione portata a termine da Sara Colaone e Luca de Santis ha avuto il merito di ripescare un momento preciso dell’epoca fascista. Il romanzo per immagini, In Italia sono tutti maschi, dei due giovani autori individua un anno in particolare: il 1938, l’Italia fascista promulga le leggi razziali. Ma oltre all’abominio della persecuzione degli ebrei si fa strada un provvedimento di Questura, non collegato alla violazione di una legge particolare, che individua i maschi omosessuali italiani come soggetti da sradicare dai loro contesti familiari e sociali. Accade così che circa 300 omossessuali vengano confinati sulle isole Tremiti. Le famiglie d’origine non conoscono il destino dei loro cari, non ci sono notizie precise , tutto viene liquidato come una semplice operazione di polizia La logica è quella di Mussolini e della cultura fascista che stabilisce per decreto che i maschi italiani sono tutti eterosessuali attivi, pronti a procreare e
saldamente virili . Il graphic novel ricostruisce nei particolari questa vicenda con una precisione e un rigore storico di straordinaria efficacia.
Dal ventennio fascista un salto nel tempo: i giorni nostri , il nostro tempo, sul tema della identità di genere tante ambivalenze, tante contraddizioni , tanta cronaca che ci riporta indietro di anni.
E tuttavia una sentenza della Corte di Cassazione Civile rimette ordine e qualità di ciò che è giusto in un tema così complesso e delicato.
L’identità di genere è definita dalla Corte come la costruzione socio-culturale della differenza sessuale .
Il genere dunque definito come un costrutto culturale che non viene dato una volta per tutte, marchiato all’origine, ma piuttosto sempre rinegoziabile, ricodificabile fino al punto da poter cambiare l’ identità di genere anagrafica senza ricorrere all’intervento chirurgico. Una sentenza di grande civiltà che vogliamo definire umanizzante e che si raccorda in pieno con gli stati interni di una persona e con l’armonia dei corpi.
D’altra parte i grande filosofo Michel Foucault così si esprime in una sua opera: “dobbiamo capire che con i nostri desideri, attraverso i nostri desideri ,si creano nuove forme di relazione ,nuove forme d’amore, nuove forme di creazione. Il sesso non è una fatalità, è possibilità di vita creativa”.
Tuttavia bisogna riflettere che un certo virilismo culturale è una idea tossica ancora molto presente nella nostra società, a tratti sembra scomparire ma carsicamente riappare in forme anche molto violente.
è di questi giorni l’aggressione omofoba subita da due giovani che, in una piazza della civilissima Padova, sono stati vittime di dileggio e di rabbiose percosse da parte di un gruppo di coetanei.
Meditiamo dunque sul fatto che schemi e modelli convenzionali ai quali le persone sono legate sono così radicati che una loro perdita è vissuta come una liquefazione della propria identità. Dobbiamo lavorare per
riconfigurare nelle scuole e nella società civile una forma di convivenza nuova che nulla toglie alla morale e alla religiosità di ciascuno ma restituisce dignità ,civiltà e diritti a minoranze che non sono minoranza.
Il senso del nostro tempo deve essere un percorso che ci conduca a uno statuto di uguaglianza dove le identità ,tutte, sono riconosciute e accolte.