A Napoli ricordando Totò il principe della risata

Per i Luoghi del cinema un viaggio tra i set della produzione cinematografica che vide protagonista l’attore comico Antonio De Curtis in arte Totò

Stefano Cambò

Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò, è l’attore simbolo della commedia italiana tanto da essere soprannominato il Principe della Risata.
In realtà, il grande artista napoletano è stato anche uno sceneggiatore nonché un raffinato poeta e paroliere, senza dimenticare che molti registi italiani di fama mondiale lo hanno scelto per fargli interpretare dei ruoli drammatici.
Il nome di Totò è stato associato negli anni ai grandi divi della commedia dell’arte come Buster Keaton e Charlie Chaplin (ma anche ai mitici fratelli Marx).


In quasi cinquant’anni di carriera ha recitato a teatro in numerosissime rappresentazioni e al cinema ha preso parte a ben novantasette pellicole, per non parlare di alcune serie televisive e di vari sketch pubblicitari.
Le sue prove attoriali ancora adesso rimangono geniali, perché associate spesso a una mimica facciale che lo contraddistingueva e lo rendeva unico nel panorama artistico italiano. La sua devozione verso il mondo del cinema lo ha portato a lavorare addirittura, nei sui ultimi anni di vita, in condizioni critiche con una grave forma di corio retinite che lo ha reso quasi cieco.
Stroncato dalla critica e dagli esperti del settore in molte situazioni, il suo nome fu giustamente rivalutato dopo la morte anche grazie alla compagna Franca Faldini che gli dedicò nel 1977 il libro Totò: l’uomo e la maschera in cui veniva apprezzata non solo la figura dell’artista ma anche quella dell’uomo lontano dal set, smentendo tutte le voci e le false dichiarazioni che lo avevano contraddistinto come un personaggio difficile da gestire.
Di sicuro, con la sua instancabile attività attoriale, Totò è riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico, tanto che nel 2009 un sondaggio condotto da una testata on-line lo ha incoronato a tutti gli effetti come il comico più conosciuto e amato, seguito a ruota da due altri grandi nomi del cinema nostrano come Alberto Sordi e Massimo Troisi.
Un estimatore dell’artista napoletano è stato per anni lo scrittore Umberto Eco che lo ha sempre elogiato e difeso, mentre la figlia Liliana si è sempre battuta per mantenere vivo il suo ricordo.
Ci sono ancora molti italiani che si rivolgono a Totò come se fosse un amico di famiglia, inviando lettere e messaggi alla sua tomba, per confidarsi, per chiedere un favore o addirittura per tributargli solo un ringraziamento, quasi fosse un santo.
All’estero purtroppo, l’attore non ha mai riscosso il successo che meritava, molto probabilmente perché la sua comicità era essenzialmente espressa con il linguaggio del corpo, tanto è vero che durante la proiezione del film Totò Sceicco in Francia, l’artista dovette uscire prima che arrivassero i titoli di coda perché amaramente deluso di come la traduzione avesse completamente stravolto e distorto i suoi dialoghi e peggio ancora il senso stesso della pellicola.
Nonostante questo, negli ultimi anni molti nomi importanti della settima arte hanno riconosciuto e apprezzato la sua comicità gestuale, come Jim Beluschi che lo ha definito addirittura un clown meraviglioso o George Clooney, che durante un’intervista in Italia in occasione del lancio del remake statunitense de I Soliti Ignoti, lo ha paragonato a un vero poeta popolare, un fantasista espertissimo nell’arte dell’arrangiarsi e di arrangiare ogni gesto. A suo parere, i film a cui prendeva parte potevano benissimo essere anche muti perché, grazie alla mimica facciale, riusciva sempre a trasmettere il senso della storia al pubblico presente in sala.
E proprio per elogiare la sua arte e la sua comicità che oggi vi porteremo per mano nei luoghi cari all’attore.
Perché non si può parlare di Totò, senza nominare Napoli.
Più che Napoli, il quartiere che lo ha visto nascere e crescere.
Ossia… Rione Sanità.


Qui, infatti, la gente lo considera come uno di loro, quasi fosse ancora vivo e vegeto.
La sua presenza è talmente forte che basta farsi un giro in Via S. Maria Antesaecula per rendersene conto. Un’occhiata alla casa natale, all’antico alterino a lui dedicato, al mitico bar Totò, al busto realizzato dai fratelli Scuotto e per un attimo sembra che il tempo si sia fermato.
Perché l’attore è in ogni angolo di strada e la sua immagine di Principe della Risata rimbalza ovunque.
La sua comicità pulsa nel cuore del popolo napoletano, tanto che i più affezionati ricordano a memoria intere scene dei suoi film e nei dialoghi ricorrono spesso i modi di dire da lui inventati come “senza nulla a pretendere”, “ohibò”, “eziandio”.


La presenza di Totò è così forte in questa città perché qui si pratica ancora oggi la sopraffina arte dell’ironia intelligente e dello sberleffo nei confronti del potente di turno.
D’altronde, nel Rione Sanità, si è tenuto il terzo funerale dell’attore nel lontano 1967.
In quell’occasione, tutti gli abitanti del quartiere scesero in strada per abbracciare simbolicamente il suo artista, nonostante la bara fosse vuota e si fossero tenute già due esequie ufficiali in suo onore.
Per capire quanto sia sentito il legame, basta partire dalla Piazza che è stata denominata in seguito Largo Totò.
Qua si trova un vero e proprio monolite realizzato da Giuseppe Desiato con la sagoma dagli inconfondibili lineamenti ma completamente cava, quasi a voler simboleggiare il vuoto incolmabile che ha lasciato nel cuore dei napoletani.
Dopo Piazza Sanità è la volta della suggestiva Chiesa di San Severo Fuori Le Mura, da cui si accede alle catacombe e della mitica salita Cinesi, tappa imperdibile per tutti gli amanti dei film di Totò.
Sugli scalini, infatti, sono state girate alcune scene de L’oro di Napoli e di Ieri, Oggi e Domani.
Ma se vogliamo rendere davvero omaggio al Principe della risata, allora bisogna fermarsi per forza davanti al civico 9 di Via Santa Maria Antesaecula, dove si trova la casa natia dell’attore.
Per tutti i fans fra qualche tempo sarà anche possibile ammirare e apprezzare i cimeli, i costumi di scena e altri oggetti legati a Totò, nel Museo che verrà a lui dedicato all’interno del Palazzo dello Spagnuolo, luogo storico di Napoli e famoso set di molti film e fiction girate in città.
Dulcis in fundo… Non si può non pensare a Totò senza fare una menzione al cibo, o meglio alla fame (tema spesso ricorrente nella vita e nella cinematografia dell’artista).
Due sono i luoghi da non perdere nel suo quartiere: il ristorante-pizzeria La Taverna di Totò e la famosa pasticceria Poppella dove si può ancora assaggiare la mitica bombetta, ispirata al cappello dell’attore.
E con queste ultime informazioni ci allontaniamo da Napoli e dal Rione Sanità con una delle massime più belle che l’attore ci ha lasciato parlando, in un’intervista, del suo lavoro:
“Non è una cosa facile fare il comico, è la cosa più difficile che esiste… Molta gente sottovaluta il film comico, ma è più difficile far ridere che far piangere.”