Il grande sogno

Le riflessioni dello psicologo psicoterapeuta

Giovanni Bruno

Perché sogniamo? Nessuno mai ha dato una risposta certa, univoca e definitiva. Tantissimi gli studi, le ricerche, le ipotesi, le teorie sull’argomento, ma una soluzione semplice a un enigma che ha percorso l’umanità non c’è e forse mai ci sarà. Gli ambiti di approfondimento sono neurofisiologici, psicologici, psicoanalitici. I primi evidenziano la fondamentale importanza del tronco encefalico nel controllo dei meccanismi del sonno e del sogno.

La Psicologia tradizionalmente ha studiato l’attività mentale che si svolge durante il sonno, attività legata a immagini, emozioni ,sollecitazioni sempre intrise delle leggi dell’affettività. E poi Sigmund Freud che con la sua grande intuizione introduce con la psicoanalisi l’interpretazione dei sogni. Il sogno assume così un significato nuovo mai sondato prima: il sogno come risultato “di una complessa attività mentale”.
Come coniugare i tre rami di ricerca? Compito estremamente difficile e forse troppo ambizioso. Eppure abbiamo bisogno di essenzialità e di prendere lezioni invece di darle , procedendo per tentativi ed errore .
Il dato di partenza è semplice: la nostra psiche si nutre di emozioni. Esse vengono elaborate dai centri sottocorticali dell’encefalo e in particolare dall’amigdala, provocando una reazione somatica con un corteo di modificazioni che possono essere di vario tipo: aumento delle pulsazioni cardiache, sudorazione, alterazione della tensione muscolare, ecc. Semplicemente è la pressione della vita che produce una profonda
impressione su di noi. In questa prima fase sembra che la biologia tenga la barra di tutto. Ma non è così .
Atman è un termine sanscrito di genere maschile e significa soffio vitale, respiro, vento, aria che si muove.
Viene anche indicato come “la coscienza di sé” o meglio come il proprio Sè. In definitiva l’essenza ultima di ogni individuo. E ogni individuo conserva il tessuto intimo della propria memoria che darà voce agli stati mentali di ognuno.
L’ Uomo come Universo.
L’Universo tutto come Uomo.
è la condizione umana il nostro soffio vitale che poi trasferiamo nel sogno. Dove non ci sono regole, freni inibitori, regna piuttosto la dismisura, la follia e il mistero. Dovremmo forse ripartire dai nostri sogni, potrebbero indicarci le nostre paure , i nostri desideri, le nostre consapevolezze non ancora arrivate alla coscienza. Ma tutto questo senza sforzi interpretativi ma considerando il sogno come un racconto, una narrazione, dove può esserci una storia, una densità di strati. Sogno come sorgente di vita e chiave di accesso alla propria psiche.
Jacques Derrida ci dice che bisogna rispettare il sogno, cosicchè risvegliandosi è necessario restare fedeli alla lucidità del sogno, avendo cura di ciò che il sogno ci dà da pensare .
Nei sogni c’è dunque il tatuaggio della nostra identità ma anche del nostro carattere inteso come fisionomia originale della propria individualità psichica che non vuole l’omologazione, il senso del limite il confine, la giusta misura così presenti nella vita reale.
Si sogna dunque ma contemporaneamente si dorme. Il sonno grande alleato dell’uomo definito come lo stato di riposo in contrapposizione alla veglia. Ma il sonno è molto di più del semplice riposo, è piuttosto un cantiere di dati che vengono selezionati, complessi cambiamenti a livello cerebrale si susseguono incessanti.
C’è un aspetto costruttivo e operativo del sonno su cui forse vale la pena porre l’accento. Le tracce mnestiche rilasciate dall’esperienza diurna sarebbero integrate e collegate tra loro proprio nella fase REM (una delle fasi del sonno). Il sonno avrebbe un ruolo nella capacità adattiva dell’individuo nonché una funzione di programmazione della memoria procedurale.
Vediamo allora che tutto è interconnesso, tutto è in relazione: da un lato la capacità immaginativa, visionaria e liberatoria del sogno e dall’altro col sonno la strutturazione di una veglia adeguata al proprio stato.
La misura e la dismisura in una sola notte.
La citazione poetica iniziale ci restituisce dunque il massimo di energia che ognuno di noi profonde nel sogno, energia che è forza generativa, che è bellezza del vivere.