Collezione Biscozzi Rimbaud L’amore per l’Arte

Di prossima apertura a Lecce la sede della Fondazione Biscozzi|Rimbaud
voluta da Luigi Biscozzi e realizzata da Dominique Rimbaud con oltre duecento opere di Artisti del Novecento

Antonietta Fulvio

Ci possono essere tante declinazioni dell’amore e, prossimamente, a Lecce sarà inaugurato un nuovo spazio espositivo che in sè coniuga l’amore per l’arte e quello per la propria terra. Stiamo parlando della della Fondazione Biscozzi | Rimbaud che a Lecce abiterà le sale dello storico palazzo restaurato al numero 4 in piazzetta Baglivi. Qui, grazie ad un restauro attento dello studio Arrigoni Architetti. sono stati recuperati e riscritti gli ambienti che riprenderanno vita unendo la storia del luogo con quello della Collezione Biscozzi Rimbaud.


Qui si potranno ammirare le opere di grandi nomi italiani e internazionali dell’arte del Novecento: Filippo de Pisis, Arturo Martini, Enrico Prampolini, Josef Albers, Alberto Magnelli, Luigi Veronesi, con particolare riferimento agli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta: Fausto Melotti, Alberto Burri, Piero Dorazio, Renato Birolli, Tancredi Parmeggiani, Emilio Scanavino, Pietro Consagra, Kengiro Azuma, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Angelo Savelli, Mario Schifano e molti altri.
E per chi si starà chiedendo come mai la scelta di Lecce per la sede della Collezione la risposta sta nelle parole dello stesso Luigi Biscozzi che aveva scritto: «Ho un debito di riconoscenza nei confronti della mia città di Lecce: mi ha dato la sua bellezza e una base scolastica che mi ha consentito di proseguire gli studi a Milano». Purtroppo Biscozzi è scomparso nel settembre del 2018, ma sua moglie Dominique ha dato seguito alla realizzazione del sogno di Luigi, tra i nomi più autorevoli nel settore della consulenza fiscale e tributaria in Italia, nato a Salice Salentino nel 1934. Un sogno iniziato nel 1969, quando pian piano Luigi Biscozzi inizia a collezionare opere d’arte. L’anno seguente a Parigi incontra chi diventerà sua moglie e condividerà per oltre quarant’anni la sua stessa passione: Dominique Rimbaud.
È un periodo di grande fermento artistico, l’immaginazione al potere era stato lo slogan del ‘68 e a Milano in quegli anni il bar Jamaica è un punto d’incontro per giornalisti, scrittori, critici d’arte e soprattutto artisti destinati a scrivere la storia artistica del Novecento: dai fotografi Mulas, a Dondero, Alfa Castaldi, ma anche Lucio Fontana, Piero Manzoni, Ettore Sordini, Angelo Verga, Dadamaino. Con la moglie Dominique Luigi Biscozzi viaggia per Biennali e mostre internazionali, interessandosi al dibattito, anche politico, tra realismo, figurazione, informale, astrazione e collezionando nel tempo oltre duecento opere d’arte. «materiali e oggetti di valenza contraria hanno trovato la loro ragione di coesistere in modo da ottenere, dal loro semplice accostamento, il massimo di tensione del significato, nel puro e semplice gioco dialettico» con queste parole il critico Marco Tagliafierro descrive il corpus della Collezione Biscozzi | Rimbaud nel suo testo per il catalogo generale, preparato in occasione dell’apertura della sede prevista non appena le misure antiCovid consentiranno l’apertura dei luoghi d’arte (al momento mentre la rivista va online la Puglia resta in fascia arancione, ndr).
«La città di Lecce potrà così arricchirsi di un nuovo luogo d’arte e cultura, a beneficio della collettività. Il restauro dell’immobile è stato molto rispettoso nei confronti del contesto architettonico, ispirato a criteri di funzionalità ed eleganza, con le sale dell’esposizione permanente, la biblioteca di storia dell’arte, il laboratorio didattico e uno spazio per mostre temporanee.» è il commento di Dominique Rimbaud, presidente della Fondazione, la cui direzione tecnico-scientifica e la curatela della stessa sono state affidate allo storico dell’arte Paolo Bolpagni che ha chiarito gli intenti della Fondazione che annualmente organizzerà una mostra temporanea sull’arte
del XX e XXI secolo e in questa prospettiva sono già stati presi contatti con varie istituzioni e con collezionisti, anche nell’ottica di scambi e rapporti con altri enti nazionali ed europei. «Il percorso della collezione permanente prevede per l’apertura un itinerario cronologico e per tipologie stilistico-formali di circa settanta opere: dalle origini del contemporaneo alla sezione sull’informale in Italia e in Europa, per passare poi al filone astratto-geometrico e cinetico-programmato, alla pittura analitica e, infine, alle ricerche che oltrepassano gli statuti tradizionali del quadro e della scultura».
Per quanto concerne la sede situata nella piazza su cui si affaccia la settecentesca
chiesa di Santa Maria della Provvidenza, meglio nota come chiesa delle Alcantarine non si trattava di un palazzo nobiliare ma – spiega lo stesso direttore Bolpagni – probabilmente in origine l’immobile faceva parte del convento delle suore Alcantarine, poi demolito. In seguito, pare che vi abbia abitato il celebre anatomista e scienziato dalmata Giorgio Baglivi (1668-1707), che si trasferì a Lecce nel 1683 e al quale è dedicata la piazza in cui ora si trovano gli spazi museali della Fondazione Biscozzi | Rimbaud.
Disposto su due piani, con un cortile interno, l’edificio presenta sale a volta di differenti dimensioni e locali più piccoli. E mentre nelle dodici sale del piano nobile sono dedicate alla Collezione permanente, al piano terra sono state disposte le funzioni di supporto all’attività propriamente museografica; il foyer di ingresso, due sale studio, la stanza per le attività laboratoriali ed il gioco, e tre sale che saranno dedicate agli allestimenti temporanei, con l’affaccio sulla corte interna, e che in occasione dell’apertura ospiteranno fino al 7 novembre 2021 la mostra di Angelo Savelli.
«Nel suo complesso, l’intero restauro è stato estremamente rispettoso nei confronti del contesto architettonico, anche nell’utilizzo dei materiali e nel mantenimento dei volumi esistenti, irregolari e spesso asimmetrici come tipico in questo genere di edifici del centro storico di Lecce. I dettagli decorativi originali superstiti sono stati mantenuti e valorizzati.»
Il luogo, nel solco dello spirito filantropico perseguito dalla stessa Fondazione, è pensato come un “centro delle arti”, dedicato all’esplorazione e alla condivisione collettiva delle possibilità che nascono dal dialogo tra discipline diverse: arti visive, architettura, video, cinema, ma anche musica, letteratura e teatro. In occasione dell’apertura esce, in triplice versione italiana, francese e inglese, il catalogo generale della collezione, a cura di Roberto Lacarbonara, pubblicato da Silvana Editoriale.

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