Bodoni il più antico museo della stampa in Italia

Il Museo apre al pubblico dal 30 novembre, in occasione dell’anniversario della morte di Giambattista Bodoni, tipografo piemontese che rese Parma capitale mondiale della stampa

Chi almeno una volta non è rimasto affascinato dalla vista di antichi caratteri mobili, quei magici parallelepipedi di piombo con in rilievo le lettere incise grazie ai quali iniziò la rivoluzione della scrittura? Il mondo cambiò quando il tedesco Gutenberg nel 1453 ideò la tecnica tipografica della stampa a caratteri mobili. Ad onor del vero, la tecnica era già nota in Asia intorno all’XI secolo e l’invenzione si attribuisce al cinese Bi Sheng, sta di fatto però che ad introdurla in Europa fu l’incisore ed orafo tedesco Johann Gensfleish della corte di Gutenberg. E fu una vera rivoluzione. Quella della circolazione della cultura anche se non fu immediata e fu necessario attendere la fine del ‘700 per la sua diffusione.

E non si può parlare di stampa senza menzionare la creazione dei caratteri che distinguevano la produzione tipografica. Il primo vero e proprio disegnatore e incisore professionista di caratteri fu Garamond che, nel Cinquecento, ideò il carattere omonimo. Nel Seicento, l’olandese C. Van Dyck creò i caratteri elzeviriani, così chiamati I BER perché utilizzati a lungo da Elzevier, famiglia di tipografi ed editori. Nel XVIII secolo, in Inghilterra ritagliarono un loro stile gli ideatori di caratteri W Caslon e successivamente Baskerville, contestualmente in Francia due famiglie di editori, i Fournier e i Didot, inventarono i primi caratteri con versione sia tondo che corsivo. In Italia Aldo Pio Manunzio, umanista ed editore, nella prima metà del Quattrocento introdusse il carattere corsivo e il formato del libro in ottavo segnando la storia dell’editoria con le sue pubblicazioni contraddistinte dall’aldina la più famosa marca tipografica nella storia della stampa. Nel XVIII secolo, divenne famoso il tipografo piemontese Giambattista Bodoni (1740-1813) che ideò una serie di caratteri dallo stile neoclassico – monumentale riuscendo a legare il suo nome a Parma capitale mondiale della stampa.


Nato il 26 febbraio 1740 a Saluzzo (Cuneo) da famiglia di tipografi, Giambattista Bodoni si formò nell’officina del padre, Francesco Agostino, proseguendo poi a Torino la sua formazione e, successivamente, a Roma dove fu impiegato presso la Stamperia della Congregazione di Propaganda Fide prima come compositore di opere “esotiche” quindi nel delicato compito di riordinare le serie di punzoni per caratteri orientali che Sisto V aveva fatto incidere ai rinomati Garamond e Le Bè. L’esperienza romana fu determinante per la sua attività di incisore. Nel febbraio del 1768 viene chiamato dal Duca Ferdinando di Borbone a Parma, per impiantarvi e dirigervi la governativa Stamperia Reale, di cui resterà alla direzione per il resto della vita. Bodoni cura la costruzione dei torchi e degli altri utensili, in pochi mesi la Stamperia viene collocata nel Palazzo della Pilotta. Inizia subito la collaborazione con l’architetto Petitot e l’incisore Benigno Bossi per la stampa di edizioni celebrative dei fasti del Ducato quali l’Ara Amicitiae in memoria della visita dell’imperatore Giuseppe II. Nei primi anni di attività per le pubblicazioni sono utilizzati caratteri provenienti dalla Francia, ma già a partire dal 1771 Bodoni inizia il disegno e la produzione dei propri caratteri coadiuvato dai collaboratori, primo fra tutti il fratello Giuseppe chiamato a Parma per sovrintendere alla fonderia. Si susseguono numerose edizioni che impongono i torchi parmensi all’attenzione dei letterati, dei bibliofili e dei viaggiatori del Grand Tour che in città giungevano per ammirare le pitture del Correggio e per visitare la tipografia bodoniana.
Nel 1791 Bodoni ottenne dal Duca il permesso di aprire una privata stamperia da cui uscirono in seguito tutti i capolavori della sua produzione, tra i quali The Castle of Otranto del Walpole, per conto del libraio londinese Edwards, le Odi del Parini, i sontuosi in-folio di Orazio (Q. Horatii Flacci Opera, 1791), di Virgilio (P. Virgilii Maronis Opera, 1793) e degli elegiaci latini (Catulli, Tibulli, Propertii Opera, 1794), Pitture di Antonio Allegri detto il Correggio
per citarne alcuni. Le commissioni si moltiplicavano e continuarono con l’arrivo dei francesi nel 1796-97 e l’annessione del ducato nel 1802. L’anno seguente l’Anzianato di Parma gli conferì la cittadinanza onoraria e venne coniata una medaglia in suo onore. Nel 1806 si aggiudicò la medaglia d’oro del primo premio all’Esposizione di Parigi, dove aveva inviato quattordici sue edizioni. Riconosciuto “sommo artista”, Gioacchino Murat prima e Napoleone dopo gli assegnarono una pensione vitalizia “in considerazione dei progressi che egli ha fatto fare all’arte tipografica”. L’annuncio della sua morte, il 30 novembre 1813, fu comunicato dal suono della maggiore campana del Duomo, i cui rintocchi funebri erano riservati a principi, alti dignitari e ai personaggi più illustri.
E Parma, in occasione dell’anniversario della scomparsa, apre le porte del rinnovato Museo Bodoni nel Complesso Monumentale della Pilotta. Perfettamente in linea con l’imponente opera di ristrutturazione e risistemazione critica degli spazi e degli allestimenti guidata dal suo Direttore Simone Verde, il nuovo Museo Bodoni, il più antico museo della stampa in Italia, trova collocazione al piano terra della Biblioteca Palatina, con il suo inestimabile patrimonio librario e documentaristico nonché custode di un fondo di disegni e stampe unico al mondo.
Nato nel 1963 il Museo Bodoni – gestito da una Fondazione appositamente costituita al fine di illustrare l’opera, la figura e le collezioni del celebre compositore e stampatore nonché per promuovere studi e ricerche nel campo dell’arte grafica e tipografica – si trovava al terzo piano della Biblioteca Palatina in una posizione di difficile accesso e scarsa visibilità.
Un intervento importante – reso possibile grazie a uno stanziamento di fondi del Ministero della Cultura di circa 760.000 euro – che ha portato a un ripensamento dell’intero percorso espositivo, la cui curatela è il frutto di un progetto congiunto del Direttore della Pilotta Simone Verde e del Direttore scientifico della Fondazione Museo Bodoni Andrea De Pasquale.
«Il nuovo allestimento museografico del Bodoni – dichiara il Direttore Simone Verde – ha comportato una totale riprogettazione degli spazi precedenti, con lavori strutturali, di impiantistica e realizzazione di nuovi arredi espositivi. Uno sforzo importante volto a restituire valore e dignità a un autentico gioiello primo e unico nel suo genere in Italia. Da oggi – prosegue Verde – pubblico e studiosi in visita al nuovo Museo Bodoni potranno vivere un’esperienza doppiamente immersiva, che da un lato rievoca l’aspetto dell’antica tipografia e, dall’altro, ripercorre la storia e la nascita della stamperia ducale e la cultura di un’epoca in cui Parma era tra le vere capitali europee». Una scelta felice l’allestimento del Museo nei locali posti a piano terra destinati in precedenza a magazzini della Biblioteca stessa che dopo un’attento restauro si svelano agli occhi dei visitatori.


Si è scelto infatti di caratterizzare il Museo scegliendo un’estetica coeva agli anni di attività di Giambattista Bodoni, il pavimento in legno riprende il modello e il disegno dei parquet francesi dell’Ottocento e le pareti color verde impero contribuiscono a creare la giusta cornice per esaltare la ricca selezione di edizioni bodoniane (compresi esemplari unici e rarissimi, stampati su pergamena o seta), la suppellettile tipografico-fusoria ed altri cimeli di assoluto rilievo appartenuti all’officina di Bodoni che fu tipografo nel senso più ampio del termine: stampatore, disegnatore, incisore e fonditore di caratteri con risultati di eccellenza formale esemplari.
Nuove lampade a sospensione dal design essenziale danno luce a una serie di vetrine in cui sono esposte opere che sono indiscutibili capolavori della storia dell’editoria e più in generale della grafica.
Nel percorso espositivo il torchio tipografico, fedele ricostruzione di quello usato dal tipografo saluzzese, e gli armadi originali Luigi XV, all’interno dei quali Bodoni custodiva le cassette dei punzoni, introducono alla sezione dedicata a “La Fabbrica del Libro”. All’interno di quattro grandi vetrine, parte del mobilio originale del museo degli anni ‘60, sono ricostruite le varie fasi di lavoro di Bodoni: a partire dal disegno del carattere e creazione dei punzoni, dalla fabbricazione delle matrici e fusione della lega tipografica con tutti gli strumenti di lavoro utilizzati, forme per la fusione dei caratteri, lime, pialle, cucchiaini etc., fino alla rifinitura e composizione per stampa tipografica, calcografica e xilografica.
La sala si completa con una grande armadiatura-libreria realizzata su misura dedicata a “I capolavori di Bodoni” in cui viene esposta la raccolta dei volumi bodoniani, con particolare riguardo alla raccolta palatina ancora con legature originali, al fine di documentare la bibliofilia bodoniana. Fra questi, spiccano alcune delle edizioni più rare quali le Odi di Anacreonte su pergamena di Baviera e le Stanze di Poliziano stampate su seta.
Al centro dello spazio, un tavolo multimediale e interattivo presenta, in formato digitale, diversi volumi fra cui il Manuale tipografico composto da cento caratteri latini tondi, 50 corsivi e 28 greci a cui Bodoni lavorò per tutta la vita, e l’immane opera dell’Oratio Dominica, il Padre nostro in 155 lingue utilizzando ben 215 caratteri diversi tra latini, greci ed esotici, stampato da Bodoni in meno di un anno. Grazie a tale dispositivo touch-screen è possibile effettuare una ricerca per volume e sfogliare le pagine dell’opera nella sua completezza, potendo così ammirare la raffinatezza e l’alta qualità del lavoro tipografico di Giambattista Bodoni.
Da poco è stata ampliata la collezione grazie ai 34 disegni originali a lapis utilizzati nel 1800 dall’incisore Rosaspina per illustrare il libro di Bodoni Pitture di Antonio Allegri detto il Correggio, donati dal professor Corrado Mingardi, consigliere della Fondazione Museo Bodoni.
Il nuovo Museo Bodoni costituisce un ulteriore tassello del complesso programma di riqualificazione della Nuova Pilotta e si aggiunge alla recente inaugurazione della Sala Paciaudi, uno spazio monumentale completamente rinnovato e che costituisce il nuovo ingresso separato della Biblioteca Palatina, proprietaria delle collezioni esposte.
Il Complesso monumentale della Pilotta con l’inaugurazione del Museo ha voluto commemorare Sabina Magrini, direttrice della Biblioteca Palatina dal 2012 al 2015, prematuramente scomparsa nel maggio 2022.
Il Museo Bodoni apre al pubblico dal martedì alla domenica con il medesimo orario di apertura del Complesso monumentale della Pilotta, dalle ore 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.45).
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