Fratello Sole, Sorella Luna

Per i luoghi del cinema itinerari meravigliosi da Nord a Sud… Sui set del film di Franco Zeffirelli dedicato a San Francesco D’Assisi

Stefano Cambò

Tante sono le pellicole e le fiction televisive che hanno scelto di raccontare la vita e le opere di uno degli uomini più importanti della nostra cultura, capace di sconvolgere con la sola forza del pensiero e di alcuni semplici gesti il sistema costituito nel lontano Medioevo.


È impossibile definire l’operato di San Francesco d’Assisi in poche righe, perché sarebbe riduttivo e oltraggioso sia nei confronti dell’uomo che della figura religiosa e storica venerata dalla Chiesa Cattolica e proclamata, assieme a Santa Caterina da Siena, patrono d’Italia nel 1939 da papa Pio XII.
Quello che possiamo fare invece, è di raccontare la sua biografia attraverso il cinema, con uno dei film più conosciuti e apprezzati di Franco Zeffirelli, vincitore nell’occasione del David di Donatello per la miglior regia.
Stiamo parlando naturalmente di Fratello Sole, Sorella Luna uscito nel 1972 e liberamente ispirato alla vita e le opere di San Francesco, dalla sua vocazione fino all’istituzione della regola francescana.
La trama della pellicola ci porta fin da subito con le immagini al lontano Medioevo italiano, quando il figlio viziato di un ricco mercante di Assisi, dopo la guerra contro Perugia e una malattia debilitante, decide di lasciare tutto per dedicarsi ai poveri e predicare il Vangelo.
Ben presto molti giovani del territorio seguiranno il suo esempio e il loro stile di vita semplice diverrà molto popolare ad Assisi, tanto che tutti cominceranno ad ascoltare la messa da lui celebrata nella piccola chiesa restaurata.
Durante il proseguimento della storia, Francesco deciderà di recarsi a Roma per conoscere Papa Innocenzo III e chiedergli consiglio, ma nel bel mezzo dell’udienza, frastornato dalla ricchezza e il lusso sfrenato che lo circonda, inizierà a criticare gli alti dignitari presenti per lo stile di vita poco consono alla carica che ricoprono.
Accusato di bestemmia e idolatria, verrà arrestato dalle guardie sotto lo sconcerto di tutti i presenti, se non fosse che il Papa, intuita la carica morale del giovane e dei suoi seguaci, non deciderà invece di benedirli e creare per loro l’Ordine Francescano.
Più che un film, quello di Zeffirelli è un vero e proprio omaggio alla vita e alle opere di un uomo che ha contribuito, attraverso l’umiltà e la compassione, a ridare nuova ninfa alla fede cattolica, imperniata da secoli bui di sfarzi e lussi.
Ma oltre a un affresco gentile e premuroso, quello del regista è anche un omaggio sentito ai luoghi francescani, ricercati con cura per rendere più realistiche le scene ambientate nel tardo Medioevo.
Per alcuni esterni è stato scelto infatti, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini sui Piani di Castelluccio di Norcia.
Si tratta di un altopiano carsico alluvionale dell’Appennino centrale (in questo caso stiamo considerando il versante Umbro-Marchigiano) ai piedi del Monte Vettore il cui fondo in principio era un lago poi prosciugatosi con lo scorrere dei secoli.
È il secondo in estensione dopo quello di Campo Imperatore in Abruzzo ed è conosciuto ai più per la coltivazione delle lenticchie di Castelluccio.
Da visitare se possibile in tarda primavera quando sbocciano una marea di fiori selvatici che colorano il manto erboso in un modo così suggestivo da essere definito la Fiorita dagli abitanti stessi del posto.
Per quanto riguarda le scene di vita monastica la produzione del film ha scelto invece l’Abbazia di Sant’Antimo a Castelnuovo dell’Abate, frazione di Montalcino in provincia di Siena.
Si tratta di un complesso olivetano ricostruito sugli antichi resti del primo Medioevo di cui rimangono la Cappella Carolingia (attualmente la sagrestia), la Sala Capitolare e il Chiostro.
L’edificio più importante è sicuramente la Chiesa abbaziale di Sant’Antimo, edificata in perfetto stile romanico il cui esterno è visibile da tutta la conca in cui si trova grazie alla sua notevole altezza e soprattutto al campanile che supera abbondantemente i 25 metri.


Per quanto riguarda la famosa scena del denudamento di San Francesco davanti agli occhi basiti degli abitanti di Assisi, il regista ha optato invece per la Fortezza di Montalcino, caratteristico borgo toscano conosciuto in tutto il mondo per la produzione del vino Brunello.
Da visitare assolutamente, oltre alla Fortezza sopraccitata, anche il Palazzo dei Priori che si affaccia sulla piazza principale.
Adornato con gli stemmi araldici dei numerosi podestà che hanno governato la città nelle varie epoche, questo edificio è composto da una altissima torre medievale adiacente al complesso centrale e dalla Loggia, una struttura rinascimentale con sei archi a tutto sesto che si estende nelle vicinanze.
Altro luogo simbolo e chiave per molte scene esterne e interne è stata la città di Gubbio in Umbria, con il suo bellissimo Palazzo dei Consoli, ancora oggi considerato una delle più imponenti costruzioni pubbliche italiane nonché all’occorrenza set cinematografico della fiction televisiva più conosciuta degli ultimi vent’anni (per chi non lo avesse capito mi sto riferendo a Don Matteo naturalmente, il personaggio interpretato da Terence Hill che spesso arrivava nei primi episodi della serie in sella alla sua amata bicicletta nel piazzale antistante il palazzo per sedersi ai tavoli di un bar e parlare con l’amico e maresciallo dei carabinieri Nino Frassica).
Ultimo luogo da visitare è sicuramente il Duomo di Monreale in provincia di Palermo, dove sono state girate le scene in cui Francesco incontra il Papa Innocenzo III.
Dall’Umbria e la Toscana ci spostiamo quindi in Sicilia per ammirare un bene architettonico così bello e suggestivo da entrare a pieno merito nel 2015 nella cerchia dei Patrimoni dell’Unesco nell’ambito dell’itinerario arabo-normanno.
Di questa bellissima cattedrale colpisce sicuramente la facciata esterna, che segue il modello delle grandi basiliche benedettine di provenienza cluniacense.
Stretta fra due torri campanarie (delle quali quella di sinistra è rimasta incompiuta), il prospetto si mostra ai fedeli con un portico settecentesco in perfetto stile barocco, che si apre davanti alla piazza con tre archi a tutto sesto poggianti su colonne tuscaniche.
All’interno invece sono assolutamente da vedere e ammirare i bellissimi mosaici di scuola bizantina a fondo oro, eseguiti tra la fine del XII e la metà del XIII secolo dai maestri locali e veneziani.
E con questa meraviglia ancora negli occhi, lasciamo il Duomo di Monreale e tutti i luoghi che ci hanno accompagnato in questo viaggio spirituale nella vita e nelle opere di San Francesco, grazie al film Fratello Sole, Sorella Luna di Franco Zeffirelli.