Virgilio Carotti, un artista da riscoprire

Nella sua produzione, dipinti a soggetto storico e mitologico, vedute di interni e paesaggi surreali

Mario Cazzato

Nato ad Osimo nel 1897 e non nel 1882 come sulle note biografiche di studiosi leccesi, Virgilio Carotti frequentò prima l’istituto delle Belle Arti di Urbino, successivamente entrò all’Accademia delle Belle Arti di Perugia per poi completare la sua formazione a Roma negli anni compresi tra il 1920 e il 1923. Nella capitale, l’artista apprese la tecnica della decorazione e della modellazione della ceramica dai maestri Alfredo Bigini, Giovanni Prini e Duilio Cambellotti.
A partire dagli anni 20, Carotti partecipò a note rassegne nazionali ottenendo vari riconoscimenti. Nel 1921, insegnò plastica e decorazione presso la regia Scuola Comunale di Arte Applicata di Cività Castellana, assumendo successivamente la direzione dello stesso istituto.
Dopo aver insegnato a Sulmona, tra il 1941 e il 1951 Virgilio Carotti si stabilì a Lecce dove insegnò decorazione nella Regia Scuola Artistica Industriale “ G. Pellegrino” almeno per un decennio, sicuramente dal 1941 al 1951.


Si inserì benissimo nell’ambiente artistico locale e sue opere si trovano in non poche collezioni private. Oltre all’attività didattica e pittorica fornì, solo per fare qualche esempio, i disegni per i lampioni di piazza Salandra a Nardò e disegnò il bel manifesto della fiera leccese del vino del 1949. Suo è anche il dipinto raffigurante “Tobiolo e l’Angelo”. olio su tela, cm. 230 x 130 per la Chiesa Matrice di Monteroni di Lecce.
In anno imprecisato si trasferì a Firenze dirigendo una famosa fornace di materiale ceramico. Scomparve poco dopo il 1976.Tipica la sua aguzza firma autografa come risulta da questa apposta come nota di possesso su una monografia di Tintoretto, completamente postillata. Le opere qui documentate danno un segno evidente delle sue notevoli capacità pittoriche. Appunto, un artista da scoprire.