Ezechiele Leandro, l’intervista impossibile
Dal 4 al 18 aprile 1998 la mostra di disegni inediti di Leandro e sul numero del periodico Il Raggio Verde, embrione di quello che sarebbe diventato il progetto editoriale nato nel 2004, usciva l’intervista che riportiamo
Raffaele Polo
Questa intervista è fantastica, immaginaria. Per un semplice motivo: perchè Ezechiele Leandro un’intervista ufficiale non ha mai voluto rilasciarmela. Ho parlato con lui alcune volte, questo si. E la prima volta volarono scintille fra me e lui. Ma un’intervista no, niente da fare. Almeno con me, Ezechiele è stato sempre molto chiaro e preciso: ho il massimo disprezzo per i giornalisti e la cultura ‘ufficiale’, mi diceva usando termini molto pesanti e certamente irripetibili. E, perciò, niente da fare. Soprattutto, odiava la stampa televisiva , che cerca sempre di ‘farti fare figure te c….’, diceva. In effetti, come dargli torto? Ecco perchè con lui c’è stato questo rapporto di non-collaborazione che, però, a qualcosa ha approdato. Per recuperare, in un certo senso, questo ostacolo, Ezechiele parlava e si lasciava andare più del solito. Ed ecco, allora, l’intervista fantastica ad Ezechiele Leandro, come non l’ho fatta ma come mi sarebbe piaciuto farla.
Domanda: Maestro Leandro, come potremmo definire la sua arte?
Risposta: Prima te tuttu, maestru nù me l’ha dire. Al mio paese i maestri sono quelli che lavorano duro e fanno le banche, le sedie, oppure battono il ferro, e allora io poso essere maestro così, ma no come dici signuria che vuoi fare intendere che sono un grande pittore, un grande scultore che tutti hanno l’invidia di quello che faccio io, e allora o dicono che non bale oppure esagerano e sia ca ieu sù lu Patreternu…
Domanda: I suoi disegni, i suoi dipinti, le sue sculture, però, sono certamente arte…
Risposta: Arte, arte dici? Ma lo sai cosa è l’arte, tu lo sai veramente o puru te l’annu dittu, l’ha ‘ntisa e allora parli dell’arte che sia cosa è, tu non lo sai cosa è l’arte, nessuno lo sa, se uno si mette e fa gli altari, le facce del Signore e della Madonna, quella è arte, arte parola strana, arte parola che vuol dire tante cose…
Domanda: I suoi disegni, maestro, sembrano venire dai brutti sogni che facciamo quando non abbiamo la coscienza pulita…
Risposta: Ecco, quista è ‘na domanda ca me piace. E tie la sai ca la coscienza unu la porta, puru ca è un assassino, la coscienza è l’anima. Adamo pure la teneva, sennò non ci avrebbe detto al Signore che aveva peccato, tutti ce l’abbiamo, e tutti facciamo tanti peccati, abbiamo sbagli e mali che facciamo sempre, sono i diavoletti che ogni momento andiamo seminando nella nostra vita, escono dei diavoli più grandi, terribili, sono l’invidia, la gelosia, il tradimento, quelli sono terribili, nessuno riesce a vincerli, cosa posiamo dare noi se anche Lucifero era invidioso, lui che era il più grande potente degli angeli, che sapeva tutto ed era invidioso, forse è anche invidioso il Signore cosa ne sappiamo noi di queste cose, ognuno ha dentro la sua pena, poi esce e vengono fuori queste figure che ti spaventano.
Domanda: Lei è considerato un grande artista naif. Però molti critici affermano che non è vero. Dicono che si tratta di un grande imbroglio, che lei fa l’ingenuo per non pagare le tasse. Cosa ci dice in proposito?
(nessuna risposta, Leandro mi guarda fisso e poi distoglie lo sguardo. Comincia a pulirsi un’unghia, sposta la sedia, poi dice: ‘Bè, amu spicciatu?’)
Domanda: Un’ultima cosa. Qual’è il messaggio che vuole lasciare a chi, un giorno, parlerà delle sue opere?
Risposta: Non credo che nessuno parlerà delle mie cose. Ma lascio un testamento lungo, lunghissimo, lascio tutti i miei scritti, che sono tantissimi. Lì dentro c’è tutto, c’è la Verità. Ma sono sicuro che nessuno riuscirà a trovarla. Nessuno, ve lu dicu ieu, nesunu.